L’ansia sociale e perfezionismo sono in qualche modo connessi? Nel Disturbo D’ansia Sociale (DAS) l’intensa paura di essere giudicati negativamente dagli altri è centrale, per questo chi ne soffre evita la situazione sociale, o la vive con estremo disagio. Il timore è quello di comportarsi in maniera tale da poter essere umiliato, oppure apparire ansioso e per questo essere giudicato come inadeguato e debole. Di conseguenza la persona tende a focalizzare l’attenzione sulle sensazioni corporee di ansia e su tutto ciò che, a suo parere, può essere indice di una “performance” in qualche modo “sbagliata” e quindi criticabile.
“Non ci devono essere pause quando parlo con l’altro, o capirà che sono in imbarazzo”;
“Devo piacere a tutti”;
“Non ho detto le cose nel modo giusto, ho fatto una pessima figura!”;
“Devo avere la battuta pronta, o risulterò noioso”.
Questi sono solo alcuni esempi dei pensieri che possono passare per la mente di chi soffre di DAS quando si trova in situazioni sociali temute, come ad esempio parlare in pubblico, andare ad una festa, partecipare ad una riunione di lavoro, ecc.
Si tratta di convinzioni e credenze piuttosto rigide, di natura dicotomica, ossia del tipo “tutto o nulla”, spesso ricche di “devo, non devo”. Potremmo definire tali convinzioni come “perfezionistiche”, in quanto fanno riferimento ad elevati standard su come la situazione sociale “deve andare” per poter avere l’approvazione dell’altro e in qualche modo evitare di provare vergogna o di ricevere giudizi negativi. Tuttavia quello che la persona chiede a se stessa è spesso al di sopra delle reali possibilità e l’aspettativa del fallimento favorisce l’evitamento della situazione stessa.
Diversi studi hanno dimostrato come alcuni fattori di personalità giochino un ruolo fondamentale nel disturbo d’ansia sociale, uno fra tutti, il perfezionismo (ad es. Juster et al., 1996). In particolare nel DAS le persone sembrano avere il timore perfezionistico di non essere all’altezza delle prestazioni sociali richieste e diventano quindi altamente autocritiche quando non raggiungono le loro aspettative. Ma cosa si intende per perfezionismo? E quando è definibile come “patologico”?
Impegnarsi per eccellere può essere una caratteristica positiva ed utile se riusciamo ad accettare battute di arresto ed incertezze, continuando comunque a provare soddisfazione personale e un aumentato senso di autostima. Quando, invece, abbiamo standard irrealistici e valutiamo ogni discrepanza da questi come la prova di un fallimento globale, criticandoci e giudicando la nostra performance come “interamente sbagliata”, le cose cambiano. È proprio in quest’ultimo caso che possiamo parlare di “perfezionismo patologico”, definito da Frost e colleghi (1990) come il desiderio di raggiungere i più alti standard prestazionali accompagnato dalla tendenza ad una eccessiva autocritica.
Inoltre, il perfezionismo può essere definito “autodiretto” quando gli standard eccessivamente severi sono rivolti a noi stessi, quando invece ci aspettiamo che siano gli altri a soddisfare i nostri standard, si parla di perfezionismo “eterodiretto”. Infine, si definisce perfezionismo “socialmente imposto”, quando abbiamo la convinzione che, per ottenere approvazione, sia necessario soddisfare aspettative elevate che gli altri hanno nei nostri confronti.
Due recenti studi hanno cercato di approfondire il ruolo del perfezionismo nel DAS. Uno studio (Newby, et all., 2017), effettuato su un campione di 271 soggetti, ha indagato come tratti perfezionistici siano predittori in modo differente dell’ansia sociale riferita alla prestazione oppure all’interazione, controllando la variabile nevroticismo (tendenza a provare emozioni negative come ansia e paura). Ai partecipanti è stato chiesto di compilare questionari per l’ansia sociale, il perfezionismo, la presentazione perfezionistica di sé e il nevroticismo. Dai risultati, nello specifico, è emerso come il perfezionismo socialmente imposto e quello autodiretto,sembrano predire in particolare l’ansia sociale prestazionale (ossia nelle situazioni in cui la persona si trova a dover fare qualcosa davanti agli altri). La tendenza a non mostrare le proprie imperfezioni risulta, invece, un predittore in maniera univoca dell’ansia da interazione con l’altro. Un’altra ricerca (Shikatani, et al. 2016) ha dimostrato come perfezionismo e intolleranza dell’incertezza, siano predittori della fase di valutazione post-evento, la quale viene considerata un fattore di mantenimento del disturbo. A 56 soggetti con DAS ed elevata ansia nel parlare in pubblico, sono stati somministrati questionari per l’ansia sociale, la depressione, il perfezionismo e l’intolleranza all’incertezza. Successivamente è stato chiesto loro di improvvisare un discorso davanti ad altre persone e di compilare un questionario per indagare la valutazione negativa post-evento e il disagio associato. Dai risultati è emersa una correlazione significativa tra il perfezionismo, il livello di valutazione negativa e il disagio associato, così come tra l’intolleranza per l’incertezza e il disagio percepito post-evento. Questo studio ha quindi dimostrato come le persone con DAS, perfezionismo e intolleranza all’incertezza siano più facilmente portate a pensare negativamente all’evento sociale, o a esperire il disagio ad esso associato.
Articolo della dottoressa Serena Ciandri
Riferimenti bibliografici:
Newby, J., Pitura V.A., Penney A.M., Klein, R.G., Flett, G. L. & Hewitt, P.L. (2017). Neuroticism and perfectionism as predictors of social anxiety. Personality and Individual Differences. 106, 263-267. http://dx.doi.org/10.1016/j.paid.2016.10.057
Shikatani, B., Antony, M.M., Cassin, S.E. & Kuo J.R. (2016). Examining the role of perfectionism and intolerance of uncertainty in post-event processing in social anxiety disorder. J Psychopathol Behav Assess38: 297. https://doi.org/10.1007/s10862-015-9516-8
Juster, H.R., Heimberg, R.G., Frost, R.O., Holt, C.S., Mattia, J.I., & Faccenda, K. (1996). Social phobia and perfectionism. Personality and Individual Differences 21:403–410. https://doi.org/10.1016/0191-8869(96)00075-X
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