Siamo ad un colloquio di lavoro, ci chiamano dalla sala di attesa, è il nostro turno. Ci sediamo e sentiamo l’ansia che sale ancora di più, il cuore che batte più forte e veloce, le guance che diventano più calde, il respiro che si fa più alto e corto. Ci porgono la prima domanda e noi iniziamo a rispondere, quando l’interlocutore ci interrompe facendoci un complimento e… ci aspettiamo che l’ansia diminuisca e si possa continuare il colloquio sentendosi maggiormente a proprio agio e con maggior probabilità di rendere meglio. Tuttavia per chi soffre di ansia sociale questo non è vero. Perché per l’ansia sociale non funzionano queste rassicurazioni?

Cosa dice la letteratura scientifica?

Due recenti ricerche mostrano come il feedback positivo dell’interlocutore non sia di aiuto per chi presenta livelli elevati di ansia sociale. In una ricerca (Budnick et al., 2019) alcuni studenti universitari sono stati esposti ad una situazione simulata. In questo esperimento un intervistatore ripeteva lo stesso copione fornendo rispettivamente ad un gruppo di studenti dei feedback non verbali positivi. Ad altri ne forniva di ambigui e ad altri ancora di negativi. I risultati della ricerca mostrano come il cortisolo, ovvero l’ormone dello stress, si riduca in presenza di feedback non verbali positivi solo in chi presenta bassa ansia sociale, così come si osserva un miglioramento della loro performance. Diversamente coloro che presentano un’elevata ansia sociale non mostrano differenze significative nella prestazione rispetto al feedback ricevuto. Addirittura sembrano avere un’attivazione fisiologica maggiore dopo aver ricevuto feedback positivi che negativi.

Nell’altra ricerca (Budnick et al., 2015) alcuni studenti universitari sono stati divisi fra bassa e alta ansia e in maniera casuale hanno ricevuto feedback verbali dall’intervistatore positivi, negativi o nessun feedback. I risultati mostrano che le persone con elevata ansia sociale hanno mostrato maggiore ansia, meno capacità assertive e hanno ricevuto valutazioni di successo inferiori dopo aver ricevuto feedback positivi.

In conclusione, per quanto possa sembrare un paradosso, le persone che presentano un’elevata ansia sociale potrebbero essere svantaggiate nella loro prestazione da un feedback positivo. Pare quindi che per l’ansia sociale queste possibili rassicurazioni non funzionino come ci si aspetta.

Perché un feedback positivo diventa penalizzante per chi soffre di ansia sociale?

Quello che si osserva è che le persone con ansia sociale presentano pensieri disfunzionali indipendentemente dal tipo di feedback che viene inviato dall’interlocutore. Questo avviene perché i pensieri sono rigidi, inflessibilI e autoreferenziali e quindi non sono contesto dipendenti. La persona ha imparato a leggere le situazioni attraverso uno schema rigido fatto di pensieri e convinzioni che non sembrano poter essere disconfermate anche a fronte di feedback diversi da parte del contesto ambientale.

L’incongruenza fra il feedback positivo e le credenze negative che le persone hanno su di sé sembrerebbe determinare in chi soffre di ansia sociale una maggiore attenzione rivolta verso di sé al fine di riconciliare l’incoerenza fra il feedback appena ricevuto e le proprie percezioni. Questa auto-focalizzazione determinerebbe una diminuzione delle risorse attentive verso il compito che si sta svolgendo e potrebbe spiegare la minor resa prestazionale che ne consegue.

La self-verification theory (Swann, 2012) suggerisce che le persone preferiscono che gli altri vedano loro stessi così come loro si percepiscono, nonostante la propria immagine potrebbe essere negativa. Presumibilmente le persone vanno alla ricerca di feedback che confermano la loro percezione di sé perché questo fa sembrare il mondo coerente e prevedibile. Sarà quindi più facile accogliere feedback che confermano la coerenza della propria visione di sé anziché feedback che non la riconfermano, perché questo disorienta e quindi è “spaventoso”.

Cosa possiamo trarre da tutto ciò

Le persone che presentano ansia sociale quindi, coerentemente con questa teoria, hanno prestazioni più scarse a seguito di feedback positivi perché questi vanno a contraddire l’immagine e opinione negativa che hanno di sé. Per questo per l’ansia sociale, rassicurazioni come i feedback positivi possono avere potenzialmente anche conseguenze negative.

Dott.ssa Alice Fiesoli

Budnick,C.J., Anderson, E.M., Santuzzi, A.M., Grippo, A.J., &Matuszewich, L. (2019).Social anxiety and employment interviews: does nonverbal feedback differentially predict cortisol and performance?Anxiety Stress Coping, 32(1), 67-81

Budnick, C.J.,, Kowal, M., & Santuzzi, A.M. (2015) Social anxiety and the ironic effects of positive interviewer feedback. Anxiety Stress Coping28(1), 71-87.

Swann, W. B., Jr. (2012). Self-verification theory. In P. A. M. Van Lange, A. W. Kruglanski, & E. T. Higgins (Eds.), Handbook of theories of social psychology (pp. 23-42). Thousand Oaks, CA, : Sage Publications Ltd.

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