Il Disturbo d’Ansia Sociale (DAS) (prima noto come Fobia Sociale) è una condizione clinica caratterizzata dalla presenza di intensa, pervasiva e persistente paura di essere esposti al giudizio negativo altrui all’interno di una situazione sociale o di performance (APA, 2013). Ovviamente, sperimentare “ansia sociale” è un’esperienza comune a tutti che può andare dall’imbarazzo del dover parlare davanti agli altri, fino al senso generale di timidezza. Tuttavia, il Disturbo d’Ansia Sociale si differenzia nettamente dalla timidezza in quanto si tratta di una condizione fortemente invalidante.

Come si manifesta il disturbbo d’ansia sociale
Chi soffre di Ansia Sociale teme di essere giudicato e criticato in quanto oggetto d’interesse per gli altri. Per cui proverà invariabilmente ansia o paura intense quando si troverà esposto al contesto sociale temuto. Questi possono riguardare sia le situazioni formali (es. parlare in pubblico, praticare sporta davanti a una platea, presentarsi a persone nuove…) che le situazioni informali in cui è in cui è prevista soltanto una interazione sociale (es. entrare in un negozio, fare shopping, ordinare un caffè…). In queste situazioni, la persona con DAS è preoccupata di apparire goffa e impacciata, facendo così una brutta figura, e venendo così giudicata ansiosa, debole o stupida dagli altri.
Ma soprattutto, il paziente con DAS teme di mostrare le manifestazioni tipiche dell’ansia. Quest non solo potrebbero ostacolare lo svolgimento della performance – per esempio interferendo sul controllo dei movimenti (tensione muscolare, tremore), sulla fluidità del linguaggio (balbettamento, abbassamento del tono della voce), oppure sulla memoria – e a risultare imbarazzante, ed essere pertanto valutato negativamente. Possono quindi temere di parlare in pubblico per la preoccupazione di dimenticare improvvisamente quello che devono dire. Oppure per la paura che gli altri notino il tremore delle mani e della voce. Allo stesso modo, possono provare forte ansia quando conversano con altre persone per paura di apparire sudati o di arrossire (eritofobia), o apparire poco chiari. Oppure ancora, possono preoccuparsi di mangiare o bere in pubblico, o di parlare al telefono per paura di commettere un errore e fare brutta figura.
Evitamenti e comportamenti protettivi
Per questo motivo, le persone con Disturbo d’Ansia Sociale tipicamente evitano le situazioni temute. In alternativa, se costrette, ricorrono alla messa in atto di strategie protettive finalizzate ad evitare di mostrare le manifestazioni ansiose o la propria goffaggine. La persona potrà pertanto adottare comportamenti quali: nascondere il volto tra le mani per evitare che si veda il rossore; indossare capi di abbigliamento pesanti per evitare che si veda la sudorazione; oppure ancorare le braccia al tavolo per evitare di tremare. Tuttavia, tali comportamenti hanno, il più delle volte, l’unico risultato di incrementare, come una profezia auto-avverante, le manifestazioni somatiche temute stesse.
L’importanza di dare una buona impressione
In aggiunta, le persone con DAS possono ricorrere, spinte dal forte desiderio di trasmettere agli altri un’impressione favorevole di sé e de evitare giudizi negativi, alla messa di comportamenti protettivi cognitivi (es. ripeto mentalmente la frase da dire) e strategie di iper-compensazione (es. studio a memoria la presentazione) che, come già detto, spesso hanno l’unico effetto di indurre la conseguenza temuta (es. scelgo attentamente cosa dire ma mentre ci penso è già passato il momento è quindi sono fuori luogo…). Infine, il soggetto può scegliere di mettere in atto comportamenti di sottomissione e passività. Il risultato è che agisce in modo defilato e non assertivo, e confermando così il proprio senso di inadeguatezza.
Cosa si prova quando si soffre del disturbo d’ansia sociale
Rispetto a quanto riportato, è importante dunque sottolineare come nel Disturbo d’Ansia Sociale vi siano due emozioni principali che costituiscono causa e conseguenza dei comportamenti protettivi e di evitamento: l’ansia e la vergogna.
La prima può comparire già molto prima della performance o dell’interazione sociale, prendendo quindi il nome di ansia anticipatoria. Si mantiene poi per tutta la durata dell’esposizione, per poi scomparire del tutto una volta che la performance è giunta a conclusione. Così, già prima di affrontare una situazione sociale, compare una forte preoccupazione e la tendenza al rimuginio relative all’evento e alle possibili conseguenze nefaste, come tentativo di aumentare il controllo su di essi. Tuttavia, come riportato sopra, l’anticipazione di un performance fallimentare determina sia un atteggiamento cognitivo timoroso che un aumento delle manifestazioni ansiose temute. A loro volta queste possono portare ad una prestazione realmente scadente o percepita come tale.
A seguito di tale fallimento, l’ansia lascia tipicamente il posto alla vergogna e alla percezione di sé stesso come inadeguato, debole, inferiore, stupido, umiliato, ridicolizzato. La sua tendenza all’azione sarà pertanto quella di nascondersi, di desiderare di essere invisibile, quando non eviterà del tutto la situazione, determinando così un aumento dell’ansia anticipatoria nelle successive situazioni temute e instaurando così un circolo vizioso che si auto-alimenta.
In aggiunta, quando sono lontane dalle situazioni temute, le persone che provano ansia sociale riconoscono quanto le loro paure siano irragionevoli o eccessive. Arrivano così a colpevolizzarsi ulteriormente per le loro condotte evitanti.