È recentemente esplosa quella che sembra essere un’epidemia. Termini come connettersi, condividere, postare, twittare hanno pervaso il nostro lessico quotidiano. Cosa spinge a condividere? A rendere partecipi gli altri della propria vita? A controllare le pagine di Facebook per tenersi informati sulle vite degli altri? Secondo vari studi le risposte a queste domande risiedono in una paura: la fear of missing out (FOMO). Ma cos’è la fear of missing out e come si manifesta?

La FOMO sarebbe il timore pervasivo di essere esclusi o di perdersi esperienze piacevoli e gratificanti. Questa paura si caratterizza per il desiderio di essere costantemente connessi con gli altri e sapere cosa stanno facendo.

Ci sono una varietà di segni che possono indicare alti livelli di FOMO. Ad esempio il timore continuo di non essere invitati a qualche evento, la spinta irrefrenabile a voler conoscere i programmi degli amici, passare molto (davvero molto!) tempo su Facebook, Tweeter e gli altri social, pensare continuamente alla possibilità che ci sia un evento a cui non si sta partecipando.

Ma la paura di essere esclusi non è una normale esperienza umana?

Esatto! Ciascun essere umano, a vari livelli, teme l’esclusione dal gruppo dei pari, fossero anche due o tre amici. Ciò che caratterizza la FOMO al tempo di internet non è la sua natura, ma i suoi effetti.

Sembra ormai un vecchio adagio, ma in effetti oggi siamo più connessi che mai. Grazie a pc, smartphone, tablet e smartwatch ci è data la possibilità di interagire costantemente ed essere informati. Se da un lato grazie a questi strumenti la nostra vita è diventata molto più comoda, dall’altro sono aumentate a dismisura le possibilità di sentirsi esclusi.

Cerco di spiegarmi: poniamo abbia 3 amici, la possibilità che questi escano insieme senza dirmelo è plausibile, ma improbabile. Poniamo io ne abbia 10 di amici, la probabilità che la metà di loro si organizzi per una gita fuori porta non contattandomi aumenta. E se di amici ne ho 50? 100? 500?1000? Be’ la probabilità arriva al 100%. Ecco quindi che una tendenza naturale come la FOMO, al tempo dei post e di Instagram, diventa un macigno che pesa perché il timore che ne è alla base troverà sempre conferma visto che ci sarà sempre un evento (virtuale e non) che mi perderòe a cui qualche mio conoscente parteciperà.

Quindi gli smartphone e i social sono il problema?

Assolutamente no. Sono strumenti che se utilizzati con consapevolezza possono effettivamente aiutare a costruire relazioni. L’altra faccia della medaglia è che questi stessi strumenti rischiano di esacerbare la paura dell’esclusione alimentando un circolo vizioso. Maggiore è la FOMO, più frequentemente andrò su Facebooke più avrò occasione di sapere che non ho partecipato ad un dato evento. Questo, a sua volta, aumenterà la FOMO alimentando il circolo vizioso.

Perché esiste la FOMO?

Secondo la nota (almeno in ambito psicologico!) teoria dell’autodeterminazione (Deci & Ryan, 1985) l’essere umano ha dei bisogni psicologici universali e la salute psicologica è strettamente connessa alla loro soddisfazione. Ciascuno di noi ha bisogno di sentirsi competente, cioè sentirsi capace di agire efficacemente nell’ambiente che lo circonda; ha necessità di sentirsi autonomo, capace cioè di iniziativa personale e autorevolezza; ha bisogno di percepirsi in relazione con altri esseri umani, cioè di sperimentare un senso di vicinanza e connessione.

Secondo Przybylski (Przybylski, et al., 2013), uno dei maggiori studiosi di questo argomento, la FOMO risulterebbe da una insoddisfazione di questi bisogni.

Qualora i bisogni psicologici di base siano cronicamente non soddisfatti, alcune persone svilupperebbero maggior sensibilità al timore di essere esclusi facendo così salire i livelli di FOMO che verrebbero gestiti attraverso i social media. In tal modo questi diventerebbero degli strumenti per aumentare ad esempioil senso di connessione o di competenza sociale.

Chi è più a rischio di FOMO?

Per quanto le ricerche ancora siano agli inizi, sembra sempre più chiaro che la fascia di età tra 13 e 17 anni sia quella più a rischio. Nel periodo adolescenziale infatti il bisogno di sentirsi appartenenti ad un gruppo è particolarmente alto, esponendo così i livelli di sensibilità all’esclusione.

Come si guarisce dalla FOMO?

Ricordiamo innanzituttocheil timore di essere esclusi dal gruppo dei pari è un’esperienza normale negli esseri umani. Per quanto non esista ancora un protocollo validato per questo tipo di ansia, vi sono alcuni passi, ispirati ai principi cognitivo-comportamentali, che possono aiutare le persone con alti livelli di FOMO:

Essere realisti. Accettare che non possiamo essere ovunque e soprattutto non possiamo fare sempre cose divertenti. Inoltre, riconoscere il fatto di essere in ansia può essere di grande aiuto, ammettere la propria insicurezza è il primo passo per diventare più forti.

Darsi delle regole e rispettarle. Iniziare a ridurre il tempo che si passa controllando Facebook e gli altri social. Decidere orari e tempi precisi da dedicare al controllo dello smartphone può essere di grande aiuto. Inizialmente è probabile che i livelli di ansia saliranno, ma se si tiene duro presto l’ansia diminuirà.

Riportare alla memoria ricordi di eventi a cui si è partecipato. Questo aiuterà a spostare l’attenzione da ciò che non si ha a ciò che si è vissuto.

Ricordare a sé stessi che l’essere umano tende naturalmente a voler dare una buona immagine di sé. Quello che appare sui social è spesso una versione filtrata, abbellita e lucidata della vita degli altri…la vita reale è tutta un’altra storia.

Articolo del Dott. Duccio Baroni

Bibliografia

Beyens, I., Frison, E., &Eggermont, S. (2016). “I don’t want to miss a thing”: Adolescents’ fear of missing out and its relationship to adolescents’ social needs, Facebook use, and Facebook related stress.Computers in Human Behavior,64, 1-8.

Deci, E., & Ryan, R. M. (1985). Intrinsic motivation and self-determination in human behavior. New York: Plenum Press

Przybylski, A. K., Murayama, K., DeHaan, C. R., & Gladwell, V. (2013). Motivational, emotional, and behavioral correlates of fear of missing out. Computers in Human Behavior29, 1841e1848. https://adaa.org/learn-from-us/from-the-experts/blog-posts/consumer/tips-get-over-your-fomo-or-fear-missing-out#

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