Dei ricercatori hanno studiato i vari tipi di sorrisi non volontari, sinceri, definiti “sorrisi sociali”, suddividendoli in tre grandi gruppi:

  • Sorriso di gratificazione, ossia un sorriso di apprezzamento. Si caratterizza per essere simmetrico, accompagnato dal sollevamento dei muscoli zigomatici e dalla tensione del labbro superiore.
  • Sorriso di superiorità, anch’esso asimmetrico, la cui espressione è definita da sopracciglia arcuate, zigomi sollevati e un lieve arricciamento del naso.
  • Sorriso di affiliazione, utilizzato per esprimere vicinanza, che si riconosce per la simmetria e l’assottigliarsi delle labbra che premono l’una contro l’altra.

Nella seconda parte della ricerca gli autori hanno poi scoperto che i partecipanti associavano queste tre particolari espressioni facciali ai tre tipi di messaggi sopra descritti. Questo suggerisce una certa universalità nel riconoscimento e significato di questi sorrisi.

In particolare, dei tre tipi di sorrisi sociali, quello di affiliazione e di gratificazione veicolano un messaggio sociale che ci può aiutare a  capire meglio le origini evolutive del disturbo d’ansia sociale.

Il tema centrale del disturbo dell’ansia sociale è il timore del giudizio degli altri e di essere escluso. Questo ha avuto un valore evolutivo che attualmente non ha più lo stesso significato. Ciononostante, ognuno di noi può sperimentare tali sensazioni essendo state fondamentali per la nostra sopravvivenza.

Infatti, i nostri antenati, per motivi di sopravvivenza avevano la necessità di rimanere in gruppo, di affiliarsi per meglio affrontare i pericoli dell’ambiente. Essere escluso poteva portare a esporsi ai pericoli e mettere a repentaglio la propria vita. Il nostro cervello perciò si è evoluto individuando l’esclusione come una minaccia e sviluppando abilità e strumenti sociali per favorire questa appartenenza. Presumibilmente, nel tempo, il sorriso è diventato una di queste.

Nel sorriso di affiliazione il messaggio che vogliamo comunicare è “ti sono vicino emotivamente, ti capisco”, messaggio fondamentale per instaurare quel tipo di intimità che permette la vicinanza tra due persone. Spesso le persone con ansia sociale faticano, ad aprirsi, rimanendo perciò distanti e non favorendo le basi per instaurare un rapporto intimo, di condivisione, che li esporrebbe ancora di più al giudizio dell’altro.

Nel sorriso di gratificazione, invece il messaggio è di apprezzamento, di ricompensa (reward) per ciò che un altro ha fatto o detto. In questo caso accettiamo l’altro, lo coinvolgiamo, includendolo nel gruppo per favorire la vicinanza, la condivisione e facendo sentire l’altro accettato.

Quindi, i messaggi che i vari tipi di sorrisi qui descritti trasmettono, riguardano l’inclusione o l’esclusione dal gruppo, tema fondamentale in coloro che soffrono del disturbo d’ansia sociale. Questo messaggio aveva un forte significato in passato, quando rimanere nel gruppo significava sopravvivere, e ora, anche se non è più in gioco la vita, viene comunque vissuto con allarme da coloro che sono sensibili a tale tema.

Tollerare l’idea di poter essere esclusi e magari allenarsi, anche attraverso il sorriso, ad esporsi alle situazioni di vicinanza temute, sono tra gli obbiettivi perseguibili in terapia, al fine di alleviare le sofferenze che emergono a causa di questo disturbo.

Articolo della Dott.ssa Laura Caccico

Bibliografia

Rychlowska, M., Jack, R. E., Garrod, O. G., Schyns, P. G., Martin, J. D., & Niedenthal, P. M. (2017). Functional smiles: Tools for love, sympathy, and war. Psychological science28(9), 1259-1270.

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